Antifemminista in relax
2010-09-23 05:25:40 UTC
Allora io dico liberiamo anche l'omicida di Treviso
di Massimo Fini - 21/09/2010
LA PROVOCAZIONE SU SAKINEH
Io propongo un appello e una mobilitazione internazionale per Laura "subito
libera". Chi è costei?
È Laura De Nardo, la donna di 61 anni di Conegliano (Treviso) che è stata
sbattuta in galera perché accusata di aver tradito il marito e poi di averlo
fatto accoppare da un paio di suoi amanti. Che differenza c'è con Sakineh,
l'iraniana
per la quale tutto il mondo occidentale s'è mobilitato, che dopo aver
tradito il marito è accusata di averlo fatto accoppare dal proprio amante?
Certo, la De Nardo ha confessato alla polizia, mentre, per quel che ne
sappiamo, Sakineh solo alla tv iraniana. Inoltre, la De Nardo rischia solo
l'ergastolo
mentre il rischio è che Sakineh sia condannata alla lapidazione, che è una
pena ripugnante. Ma buona parte della mobilitazione occidentale non chiedeva
semplicemente che all'iraniana fosse risparmiata una punizione così arcaica
e inccettabile, voleva Sakineh "subito libera".
Davanti a una gigantografia della bella Sakineh che, per iniziativa del
governo italiano, campeggia da giorni davanti all'ingresso di Palazzo Chigi
(pretendo che la stessa iniziativa sia presa per la 61enne De Nardo, che a
differenza di Sakineh è vecchia e per nulla attraente, non potendo nemmeno
immaginare che le femministe italiane, che tanto si sono battute per
l'iraniana, facciano dei distinguo di questo genere), il ministro degli
Esteri Frattini e quello per le Pari opportunità Carfagna hanno dichiarato:
"Finché Sakineh non sarà salva e libera il suo volto ci guarderà dal Palazzo
del governo italiano".
NELLE MOLTE manifestazioni che si sono svolte si inneggiava alla libertà di
Sakineh. E nello stesso appello di Bernard Henri Lévy, che ha dato inizio
alla campagna, se ne pretendeva la scarcerazione immediata. Ma da questo
punto di vista Laura e Sakineh sono sullo stesso piano: non sono due
perseguitate politiche, ma detenute comuni accusate entrambe dello stesso
reato, l'uxoricidio.
Dice: ma non ci si può fidare dei tribunali iraniani. E perché mai ci si
dovrebbe fidare di quelli italiani, quando sono 15 anni che il presidente
del Consiglio, tanto certo dell'iniquità della nostra giustizia da
pretendere di esservi sottratto per legge, va dicendo che "i giudici sono
dei pazzi antropologici" e afferma che la Magistratura in Italia "è il
cancro della democrazia", concetti ribaditi in un recente convegno
internazionale ad altissimo livello, cui partecipavano coreani, giapponesi,
americani, canadesi, australiani, neozelandesi oltre che rappresentanti dei
Paesi europei, sputtanando così l'Italia del diritto, e l'Italia tout court,
davanti al mondo intero?
Quindi Laura De Nardo "subito libera". E sono certo che Bernard Henri Lévy,
difensore professionale dei "diritti umani" in ogni parte del globo, non si
sottrarrà al dovere morale di firmare questo appello.
di Massimo Fini - 21/09/2010
LA PROVOCAZIONE SU SAKINEH
Io propongo un appello e una mobilitazione internazionale per Laura "subito
libera". Chi è costei?
È Laura De Nardo, la donna di 61 anni di Conegliano (Treviso) che è stata
sbattuta in galera perché accusata di aver tradito il marito e poi di averlo
fatto accoppare da un paio di suoi amanti. Che differenza c'è con Sakineh,
l'iraniana
per la quale tutto il mondo occidentale s'è mobilitato, che dopo aver
tradito il marito è accusata di averlo fatto accoppare dal proprio amante?
Certo, la De Nardo ha confessato alla polizia, mentre, per quel che ne
sappiamo, Sakineh solo alla tv iraniana. Inoltre, la De Nardo rischia solo
l'ergastolo
mentre il rischio è che Sakineh sia condannata alla lapidazione, che è una
pena ripugnante. Ma buona parte della mobilitazione occidentale non chiedeva
semplicemente che all'iraniana fosse risparmiata una punizione così arcaica
e inccettabile, voleva Sakineh "subito libera".
Davanti a una gigantografia della bella Sakineh che, per iniziativa del
governo italiano, campeggia da giorni davanti all'ingresso di Palazzo Chigi
(pretendo che la stessa iniziativa sia presa per la 61enne De Nardo, che a
differenza di Sakineh è vecchia e per nulla attraente, non potendo nemmeno
immaginare che le femministe italiane, che tanto si sono battute per
l'iraniana, facciano dei distinguo di questo genere), il ministro degli
Esteri Frattini e quello per le Pari opportunità Carfagna hanno dichiarato:
"Finché Sakineh non sarà salva e libera il suo volto ci guarderà dal Palazzo
del governo italiano".
NELLE MOLTE manifestazioni che si sono svolte si inneggiava alla libertà di
Sakineh. E nello stesso appello di Bernard Henri Lévy, che ha dato inizio
alla campagna, se ne pretendeva la scarcerazione immediata. Ma da questo
punto di vista Laura e Sakineh sono sullo stesso piano: non sono due
perseguitate politiche, ma detenute comuni accusate entrambe dello stesso
reato, l'uxoricidio.
Dice: ma non ci si può fidare dei tribunali iraniani. E perché mai ci si
dovrebbe fidare di quelli italiani, quando sono 15 anni che il presidente
del Consiglio, tanto certo dell'iniquità della nostra giustizia da
pretendere di esservi sottratto per legge, va dicendo che "i giudici sono
dei pazzi antropologici" e afferma che la Magistratura in Italia "è il
cancro della democrazia", concetti ribaditi in un recente convegno
internazionale ad altissimo livello, cui partecipavano coreani, giapponesi,
americani, canadesi, australiani, neozelandesi oltre che rappresentanti dei
Paesi europei, sputtanando così l'Italia del diritto, e l'Italia tout court,
davanti al mondo intero?
Quindi Laura De Nardo "subito libera". E sono certo che Bernard Henri Lévy,
difensore professionale dei "diritti umani" in ogni parte del globo, non si
sottrarrà al dovere morale di firmare questo appello.